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Nomade digitale al lavoro in viaggio con laptop in camper

Back to School: tendenze del turismo 2026-2027 tra case vacanza, nomadi digitali e nuove esigenze dei viaggiatori

Dall’estate 2025 alle strategie per il turismo 2026-2027: cosa cambia, chi viaggia, dove si va e come intercettare i nuovi target turistici

Con il ritorno alla quotidianità post-estate, per chi lavora nel turismo è tempo di analisi e pianificazione. I risultati turistici dell’estate 2025 offrono spunti fondamentali per leggere il futuro. Mentre il turismo internazionale continua a crescere (oltre 68 milioni di turisti stranieri), cambiano le scelte, le abitudini e le aspettative del viaggiatore post-pandemia.

Il turista medio del 2026-2027 non cerca più hotel standardizzati o pacchetti rigidi, ma preferisce case vacanza, esperienze autentiche e flessibilità. Il turismo esperienziale e il nomadismo digitale ridisegnano la mappa dei flussi, dando nuova linfa a borghi, aree interne e destinazioni emergenti.

Addio hotel tradizionali, boom di affitti brevi e alloggi personalizzati

Secondo AirDNA, nel 2025 la durata media dei soggiorni in affitti brevi ha raggiunto quasi 5 notti, confermando la crescita del settore. Case vacanza e appartamenti offrono più autonomia, spazi su misura e costi contenuti, incontrando le esigenze di famiglie, lavoratori da remoto e turisti slow.

Le strutture extralberghiere stanno diventando la vera alternativa agli hotel, soprattutto per chi cerca esperienze locali: cucine attrezzate, ritmi lenti, accoglienza calda. L’ospite di oggi vuole sentirsi più residente che turista, in ambienti ricchi di identità e lontani dal turismo di massa.

Turismo low-cost ma di qualità: le nuove scelte del viaggiatore

L’estate 2025 ha confermato la centralità del contenimento dei costi. Secondo Federconsumatori, una famiglia di quattro persone ha speso in media 6.539 euro per una vacanza di una settimana al mare. Non sorprende quindi che il 54% degli italiani abbia optato per vacanze brevi (3–5 giorni) o per alloggi presso amici e parenti.

Cresce anche l’attenzione al rapporto qualità-prezzo: il 53% ha speso meno di 1.000 euro a persona. Le prenotazioni online sono dominanti (Booking, Airbnb, siti ufficiali), mentre la ristorazione perde quota a favore della spesa al supermercato e dei pasti in casa. Una tendenza che impatta direttamente sul modo di progettare l’ospitalità turistica.

Nuove mete emergenti: Puglia, Sicilia, Umbria e Dolomiti in ascesa

Accanto a destinazioni iconiche come Roma o Venezia, crescono in popolarità località meno affollate ma più autentiche, come la Valle d’Itria, Cefalù, Polignano a Mare, Ortisei o i borghi umbri. E la montagna in estate diventa meta d’élite, con prezzi medi superiori a quelli delle destinazioni balneari.

Nel 2026-2027, puntare su mete con forte identità culturale, paesaggi naturali e ospitalità diffusa sarà fondamentale per attrarre viaggiatori alla ricerca di esperienze locali e significative.

Turismo e digital nomads: un target strategico per tutto l’anno

I nomadi digitali rappresentano una delle più importanti tendenze turistiche 2026-2027. Non sono turisti occasionali, ma nuovi abitanti temporanei che scelgono borghi, campagne e città d’arte dove vivere e lavorare per periodi medio-lunghi.

Secondo il Terzo Rapporto Annuale sul Nomadismo Digitale, in Europa se ne contano oltre 1,2 milioni. Cercano Wi-Fi veloce, coworking attrezzati, alloggi accessibili, spazi verdi e connessione con le comunità locali. Le destinazioni che sapranno rispondere a queste esigenze attireranno un pubblico stabile, destagionalizzato e ad alto valore aggiunto.

Previsioni turismo 2026-2027: cosa aspettarsi (e come prepararsi)

Il turismo del prossimo biennio sarà guidato da nuovi trend:

  • Esperienzialità e autenticità: vinceranno le strutture che raccontano una storia, non solo quelle con molti servizi.
  • Sostenibilità reale: gli ospiti apprezzano scelte green, ma non vogliono pagarle di più. La sostenibilità dev’essere visibile e integrata.
  • Destinazioni secondarie in crescita: l’over-tourism spinge i viaggiatori verso località meno battute ma più vivibili.
  • Prenotazioni flessibili: l’incertezza economica richiede flessibilità, last minute e condizioni elastiche.
  • Digitalizzazione dei servizi: check-in automatizzato, guide digitali, assistenza da remoto sono ormai standard richiesti.

Conclusione: il turismo del futuro è più umano, fluido e consapevole

Il passaggio dal 2025 al 2026 segnerà una trasformazione di fondo. Il viaggiatore post-pandemia è più attento, più esigente, più mobile. Vuole sentirsi accolto, non servito. Vuole abitare i luoghi, non solo visitarli.

Chi lavora nel settore turistico — dai proprietari di case vacanza agli enti territoriali — deve anticipare queste evoluzioni, progettare esperienze con cuore e visione strategica e comunicare il proprio valore in modo autentico. Nel turismo 2026-2027, vinceranno le realtà capaci di unire ospitalità emotiva, innovazione e professionalità.

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