Parola chiave tecnologia. Gli effetti della pandemia non provocheranno probabilmente un cambiamento radicale dell’approccio al viaggio delle persone, ma sicuramente faranno da catalizzatore potente a processi di lunga durata già in corso. E’ il caso per esempio del self check-in: procedura disponibile da tempo sul mercato, che però a lungo ha stentato a diffondersi, in particolare in Italia, ma che invece negli ultimi mesi ha visto moltiplicare il ritmo delle adozioni.
“Molti ci dicono che automatizzare la procedura di registrazione farebbe perdere il contatto umano – ha raccontato in un panel ad hoc all’ultima fiera di Rimini Flavio Veccaro, sales manager di Vikey: società specializzata nella fornitura di soluzioni self check-in con serrature integrate apribili da remoto – Ma in un contesto ad alta intensità relazionale come quello dell’ospitalità, mi pare davvero riduttivo limitare lo scambio interpersonale a un momento che spesso si traduce nello stare in fila per una decina di minuti e in un paio di pratiche burocratiche da sbrigare”.
Per Veccaro quindi una tecnologia come quella di Vikey serve proprio a togliere la componente più noiosa della relazione. “Un compito ripetitivo che tra l’altro fa perdere, al personale alla reception, moltissimo tempo impiegabile in attività a maggiore valore aggiunto. La nostra soluzione va infatti vista soprattutto come uno strumento per migliorare la produttività delle risorse, piuttosto che come un mezzo per tagliare i costi. Si tratta inoltre di un processo piuttosto semplice, alle cui modalità le persone si sono ormai abituate: dopo la prenotazione, all’ospite viene inviato un link tramite il quale può completare autonomamente l’intera procedura di check-in, rispettando tutte le regole del caso. Un web concierge descrive inoltre i servizi della struttura, comprese le modalità per aprire le porte delle camere da remoto, nonché eventuali attività di upselling. Per chi volesse, infine, è disponibile pure una funzionalità di Welcome video-call.